Contro il gelo usate i cerotti

Cipollini e l’inverno in bici: «Io mettevo nastri termici sulla schiena e ginocchiere di lana»

Intimo «La cosa più importante è coprire bene gola, petto e spalle. Ma senza ingolfarsi. Servono indumenti leggeri, caldi, impermeabili e traspiranti, in modo che il sudore possa evaporare senza bagnare il ciclista. Per questo, la scelta più importante riguarda la maglia intima. Sopra questa, metto una maglia di media pesantezza e un gilet pesante. La calzamaglia non mi piace, preferisco un pantalone corto ma in materiale invernale e i gambali. In caso di superfreddo, cioè quando la temperatura scende sotto lo zero, indosso anche una ginocchiera in lana merino.

Soffro molto il freddo ai piedi, quindi sopra la scarpe(che tengo vicino a una fonte di calore in modo da calzarle belle calde) metto un puntale di neoprene e, sopra, il classico copriscarpe (una valida alternativa è costituita dalle scarpe da bici invernali, ndr). Di solito uso un guanto, ma in caso di superfreddo possono essere due con uno di lana a contatto con la pelle. Non dimenticatevi di portarvi la mantellina, da indossare anche in una discesa di due minuti. Quando correvo mi mettevo un cerotto riscaldante in zona lombare, uno tagliato a metà sulle spalle e un pezzettino nella zona bassa dei glutei. Anche le creme riscaldanti possono avere un senso pratico».

E adesso in sella Cipollini ci regala pure alcuni consigli tecnici sulla pedalata: «Bisogna focalizzare il lavoro soprattutto sulla frequenza di pedalata, che deve essere più elevata. per questo è meglio abbassare la sella di 2-3 millimetri. Personalmente la mtb non mi è mai piaciuta, in casi estremi meglio la bici da corsa gommata da cross. I granfondisti possono trovare beneficio dagli allenamenti, all’inizio molto faticosi, con pedivelle libere. Ottima la sauna, o un bagno turco, al termine dell’allenamento. Estremamente importate anche il lavoro di stretching — prima e dopo le uscite — e di tonificazione e di compensazione dei muscoli, come per esempio gli addominali, poco usati nel ciclismo. E in sella, fate molta attenzione perché potete trovare asfalto molto scivoloso».

by la gazzetta dello sport

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