GS VALCONCA OTTICA BIONDI MORCIANO DI ROMAGNA
 
Le Cronache di Romagna: Valle del Marano e RSM

Le Cronache di Romagna: Valle del Marano e RSM

Eccomi di nuovo qua, dopo la pausa Trasan-arzillian-marottese, a tempo pieno per commentare la prima uscita di questo febbraio 2011. La giornata, guardando fuori dalla finestra, si preannuncia ottima, con un cielo terso e sgombro di qualsiasi nuvola. Una volta messo il naso fuori il mio Polar dà però subito, impietoso, il primo verdetto di giornata sulla temperatura: -1°C! Vabeh, se non altro non c’è vento e le previsioni comunicano rialzi fino a 12-13° nelle ore più calde, per cui partiamo fiduciosi (e non per niente il tutto si rivelerà esatto). Al ritrovo a Morciano siamo in numero consistente, nonostante il freddo polare che ci attanaglia (notevole è in merito il disappunto dell’Iguana Frank :D).

Fino allo stradone della Valle del Marano il gruppo procede più o meno compatto, e anche nella marcia verso Faetano (nota valvola di sfogo per i nostri passistoni) l’andatura è sostenibile e piuttosto moderata. All’inizio della salita verso Domagnano il plotone si screma subito: davanti schizzano i soliti noti (mi pare di scorgere, tra gli altri, Pio, il Commendator Pazzaglini, Dalmazio e qualcun altro che non ho fatto in tempo ad identificare), mentre io, ancora notevolmente indietro con la preparazione, mi defilo e salgo in tranquillità, del mio passo, per la gran parte del tempo assieme a Luigi ed al valente Centanni. Arrivati a Domagnano procediamo giù in picchiata verso Dogana dove è fissato il ristoro. Nel giro di cinque minuti dal mio arrivo sopraggiungono anche tutti gli altri rimasti indietro, ci si rifocilla un po’ e si riparte nelle stradine interne verso Riccione. Sede stradale stretta e piena di buche dove un buffone motorizzato ben pensa di mettere a rischio l’incolumità di tutti sorpassandoci mentre dall’altra parte sopraggiunge un altro gruppo. Per fortuna, a parte la paura, non succede nulla. Nel riccionese i nostri passistoni decidono che è ora di sfogarsi, e si mettono a tirare davanti con ritmi imponenti, costantemente tra i 40 e i 50 all’ora, per poi calmarsi un attimo nei pressi di Misano. Essendo in procinto di arrivare a casa ben prima degli altri (ed essendo pure un po’ stanco…) decido, all’altezza di Cattolica, di staccarmi per percorrere in tranquillità gli ultimissimi chilometri, mentre il resto del gruppo procede compatto (salvo qualcuno che gira per S. Giovanni) lungo il percorso precedentemente disegnato, concludendolo, presumo, senza difficoltà o problemi di sorta.